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Gli organismi viventi, da quelli più elementari a quelli più complessi, necessitano del ferro per compiere molte reazioni biologiche.
Il ferro è l’oligoelemento presente nel corpo umano in quantità superiori rispetto a tutti gli altri.
La quantità di ferro di cui necessita un uomo adulto sano corrisponde circa a 10 mg al giorno, mentre per una donna è di circa 15-18 mg.
Il fabbisogno di ferro è maggiore in alcuni periodi della vita, età infantile, gravidanza, allattamento e in caso di perdita cronica di sangue.
Quando i livelli di ferro non sono sufficienti i sintomi possono essere molteplici, alcuni di questi sono l’astenia, la caduta dei capelli, la cefalea, lo scompenso cardiaco e la maggiore disposizione alle infezioni come ad esempio la Candida.
Il ferro presente nell’organismo deriva dalla dieta, è presente in moltissimi alimenti, ma la quantità di ferro che può essere effettivamente assorbita ed utilizzata varia a seconda della fonte di provenienza.
Negli alimenti il ferro assume due forme:
● FERRO EME costituisce circa il 40% del ferro contenuto nei cibi di origine animale ed è facilmente assimilabile dal nostro organismo.
LEGUMI |
FRUTTA E VERDURA |
CEREALI E VARIE |
-LENTICCHIE -FAGIOLI -CECI -SOIA |
-FUNGHI SECCHI -POMODORI SECCHI -RADICCHIO -RUCOLA -SPINACI -BROCCOLI -CARCIOFI -PESCHE SECCHE -PRUGNE SECCHE -ALBICOCCHE DISIDRATATE -PISTACCHI |
-CACAO AMARO -CIOCCOLATO FONDENTE -MUESLI -LIEVITO DI BIRRA -GERME DI GRANO -FIOCCHI D’AVENA -PINOLI -NOCCIOLE -MANDORLE -ARACHIDI |
Il ferro dei vegetali è il ferro non emico, poco biodisponibile per l’organismo umano.
D’altra parte esistono alcune sostanze in grado di aumentare l’assorbimento del ferro a livello intestinale e alcuni metodi per eliminare le sostanze che ne riducono l’assorbimento come i fitati (presenti in legumi, cereali e cacao in polvere) e i tannini (contenuti principalmente in tè, caffè, uva e vino).
Ad esempio l’introduzione nello stesso pasto di piccole quantità di fermentati come crauti o miso, la vitamina C contenuta in gran quantità in frutti quali i limoni, arance, kiwi o in ortaggi come pomodori e peperoni o acidi organici contenuti per esempio nella salsa di soia aumentano la biodisponibilità del ferro non eme.
Per quanto riguarda i legumi secchi, il lungo ammollo dei semi garantisce l’allontanamento di gran parte dei fitati, è infatti consigliabile mettere a bagno i legumi per una notte, preferibilmente cambiando l’acqua almeno una o due volte.
La cottura e la rimozione della “schiuma” che si crea durante la cottura sono un altro metodo utile per allontanare i fitati.
Per questo motivo è sempre bene cuocere a lungo i legumi così come i cereali integrali.
È inoltre sconsigliato bere tè, caffè e vino durante un pasto a base di alimenti ricchi in ferro.
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